Tempo splendido, gruppo partecipe, sui passi di Lawrence e Lady Chatterley.
La campagna ci ha avvolti con i suoi profumi, le sue suggestioni. La lettura delle pagine che Lowrence dedica alla descrizione del paesaggio, delle piante, dei fiori ci ha fatto rivivere tempi lontani quando dal terrazzamento sul retro di villa Mirenda l’occhio spaziava quasi smarrito, senza incontrare ostacoli, né la Socet, né l’autostrada, né il palazzo di giustizia, fino a Marignolle, Fiesole, monte Senario, monte Morello e la Calvana. Gli “oh” di meraviglia hanno compensato il sudore e la fatica quando la strada si è fatta più ripida. Infine, ecco la cupola del Duomo, nella sua forma perfetta, a mostrare che la bellezza non ha età.
Alle tredici, tutti con le gambe sotto il tavolo, sotto la fresca ombra dei tigli alla fattoria di Poggio Arioso: cibo buono a chilometri zero e poi l’emozione dell’apertura del caratello del vinsanto col tappo chiuso col cemento. Tutto buono e originale, anche la gelatina di vinsanto.
E il caffè? direte voi.
Eh, si fa presto a dire caffè. Anche lì, occorre imparare a gustarlo. C’è l’università anche per il caffè. Comunque, alla fine, tutti soddisfatti, anche i bambini che hanno dato sfogo alla loro creatività dipingendo foglie, realizzando originali creazioni con elementi naturali: legni, foglie, sassi, ghiande…….
Ma non è finita qui, la giornata si è conclusa all’eremo di Mosciano, dove i canti del coro della comunità ortodossa georgiana ha elevato gli animi con la grazia e la freschezza delle voci, orgogliose di poter mostrare una tradizione antica di polifonia che ha avuto anche il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio dell’umanità per i beni immateriali.